Matsuo Bashō ( il vero nome era Matsuo Munefusa ) ( Iga-Ueno nel 1644 – Osaka 28 novembre 1694 ) è considerato il più grande Maestro Giapponese della famosa arte di poesia breve chiamata Haiku.
Il termine che Bashō usava per chiamare le proprie opere era Hokku.
Haiku è un termine più recente.
Le opere del Maestro sono state influenzate dalla sua instancabile voglia di viaggiare.
Vedere paesaggi e vivere la vita quotidiana delle persone.
La sua opera più significativa è senza dubbio il diario di viaggio ” Oku no hosomichi ” dove scrive le sue impressioni in prosa molto stilizzata sui luoghi visitati, incontri e sulla natura selvaggia del Nord del Giappone nel corso di un viaggio che intraprese da marzo a settembre del 1689, un viaggio di ben 2400 chilometri, la maggior parte a piedi!
Il Maestro nel viaggio verso il profondo Nord accompagnato da un discepolo.
Queste brevi poesie Giapponesi sono strutturate su 17 sillabe dell’alfabeto Giapponese articolate con la metrica 5 – 7 – 5 e secondo la tradizione deve comparire una parola che richiama una delle quattro stagioni.
Ecco alcuni dei suoi Hokku.
Uno per ogni stagione.
Primavera:
” Nello stagno antico
si tuffa una rana:
eco dell’acqua. ”
Estate:
” Silenzio:
penetra la roccia
il canto delle cicale. ”
Autunno:
” Un corvo
si è poggiato sul ramo spoglio
tramonto d’autunno. ”
Inverno:
” Suono del remo che batte le onde:
si gelano le viscere
nella notte di lacrime. ”
Una delle mie poesie preferite di Bashō è questa:
residui del sogno
di antichi guerrieri. ”
Questa forma di poesia è molto amata in Giappone, e tante persone scrivono Haiku per piacere personale.
Provate a scriverne uno anche voi.
Giuliano