1920 – 2020, cento anni fa un pilota Italiano entrava nella Storia con il leggendario volo Roma Tokyo.
Arturo Ferrarin, nato a Thiene il 13 febbraio del 1895 è il famoso pilota Italiano che nel 1920 trasformò in realtà il sogno di due grandissimi poeti.
Ferrarin, dopo aver combattuto la Prima Guerra Mondiale come un coraggioso pilota di caccia, diventa famoso in tutto il mondo per il Raid Roma -Tokyo del 1920.
Ecco chi sono i due poeti sognatori:
Gabriele D’Annunzio e Harukuchi Inoue Shimoi.
I due poeti si conoscono durante la Prima Guerra Mondiale.
Harakuchi ama l’Italia, e nel 1917 si arruola negli Arditi ed insegna il Karate ai soldati Italiani.
D’Annunzio e Harakuchi diventano amici ed iniziano a sognare un viaggio leggendario che unisca i due grandi popoli.
Con partenza scaglionata, nel 1920 partono 11 aerei.
1 Caproni Ca 44.
1 Caproni Ca 40.
2 Caproni Ca 33.
7 Ansaldo S.V.A. 9
l’Aereo guidato da Ferrarin è uno S. V. A. 9 modificato per questo incredibile volo.
Purtroppo degli 11 velivoli che vengono impiegati per l’impresa solo 2 aerei con gli equipaggi riusciranno a vedere l’Impero del Sole.
Incidenti e problemi ai velivoli impediranno agli altri piloti Italiani di arrivare nel Sol Levante.
Gli unici ad arrivare a Tokyo sono:
Arturo Ferrarin ( Pilota ) – Gino Cappannini ( Motorista) e Guido Masiero ( Pilota) – Roberto Maretto ( Motorista )
Masiero e Ferrarin.
La coppia Ferrarin – Cappannini è l’unica ad arrivare in Giappone compiendo tutto il tragitto in volo con lo stesso aereo.
La coppia Masiero-Maretto, dopo un incidente arriva in Giappone ma con un’aereo di ricambio e con un tratto di viaggio fatto in piroscafo.
Ferrarin decolla da Centocelle il 14 febbraio del 1920 con il suo S.V.A. 9 ed il fedele motorista Cappannini rannicchiato nel posto creato apposta vicino al motore.
Sembra incredibile pensare ad un viaggio del genere.
Un aereo fatto di legno e tela, con un motore residuato bellico…
Ferrarin come strumenti di volo avrà solamente una bussola ed un altimetro.
Ecco la mappa con l’incredibile impresa di Ferrarin
Oltre alle diverse tappe tecniche programmate ci sono anche atterraggi imprevisti ed avventurosi episodi.
Partenza da Pechino.
Dopo tre mesi e mezzo di viaggio ( oltre 18.000 chilometri ) con 112 ore di volo effettivo il 31 maggio Ferrarin atterra a Tokyo nel Parco di Yoyogi, acclamato da 200.000 giapponesi accorsi per vedere l’eroe di questa impresa!
I piloti Italiani verranno ricevuti anche dall’ Imperatrice Teimei.
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Medaglie del Sacro Tesoro conferite ai piloti Italiani.
Ferrarin con i doni Giapponesi, una Katana e Kimono
l’aereo di Ferrarin resta in Giappone e viene messo in mostra con tutti gli onori nel Museo Imperiale.
L’impresa di Ferrarin salda l’amicizia dei due popoli, Italia e Giappone.
Torna in Italia dopo un mese.
Ferrarin muore a Guidonia nel 1941 durante il collaudo di un velivolo sperimentale.
Il nome del pilota Italiano è sempre vivo.
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Giuliano Magalini